Cape Town

easy, vintageVia Vigevano, 3, Milano, MI, Italia

Se siete alla ricerca di mixology d’avanguardia e tecniche abbottonate, citofonate altrove. Al Cape Town da vent’anni si parla il dialetto dell’ospitalità di strada nel senso migliore del termine, quello che apre le porte senza chiedere cravatta e pedigree: l’unico requisito è il rispetto dello svago altrui e del lavoro di chi accoglie.

Dimenticate finger food da acquolina, welcome drink alle spezie, estrazioni e infusioni: per ognuna di queste cose esistono un tempo e un luogo, che semplicemente non abitano qui. Non importa se qualche goccia di birra trabocca sul pavimento, se la giornata storta vi costringe curvi sul bancone, se per una sera non avete voglia di troppe ciance. Luca lo ha fondato nel ’99, dopo un viaggio in Sud Africa. Franco ci ha lavorato e oggi ne è socio: chiamano tutti per nome, non badano ai convenevoli e curano ogni grigiore con un’ospitalità vecchia maniera, pochi fronzoli e profonda empatia.

Cape Town è un viaggio nel tempo, non troppo lontano anche se a volte lo sembra eccome: mattoni a vista, bancone massiccio che ne ha viste passare un milione, di storie e di abitudinari. Vale la pena una seconda, una terza, chissà quante altre visite: sarete chiamati per nome anche voi, che è sempre bello.

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Bar Basso

€€
culturale, easy, vintageBar Basso, Via Plinio, Milan, Metropolitan City of Milan, Italy
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Dhole

€€
easyVia Gerolamo Tiraboschi, 2, Milan, Metropolitan City of Milan, Italy
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Agua Sancta

easyCorso Garibaldi, 110, Milan, Metropolitan City of Milan, Italy
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Lacerba

easy, vintageVia Orti, 4, Milan, Metropolitan City of Milan, Italy
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Harp Pub Guinness

easy, vintagePiazza Leonardo da Vinci, 10, Milan, Metropolitan City of Milan, Italy

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MILANO E I SUOI PALAZZI

Lo sfarzo di sale affrescate, l’emozione di cortili e portici ad archi, le storie intrise di leggenda che hanno visto famiglie potenti intrecciarsi con sovrani e popolani. Milano fu centro di estrema importanza nel commercio e nella società fin dal MedioEvo, e regnanti e ricchi non persero tempo a costruirsi palazzi che ne dimostrassero l’importanza.

Scoprite allora un itinerario che vi porterà in giro per gli edifici storici, che in passato furono abitati da stirpi di valorosi, spesso poi caduti in rovina; altri ancora sono ancora di proprietà degli eredi, che con più cognomi e più interessi oggi dedicano i propri spazi privati alla valorizzazione della bellezza e del lavoro degli artisti moderni.

Perdetevi nelle immense sale da ballo, arrampicatevi sugli scaloni d’onore, percorrete i corridoi tappezzati per rivivere le atmosfere di tempi che furono, quando la brama di potere e il desiderio di cultura si fondevano in una sola, affascinante e pericolosa energia. E magari potrete chiedervi come sarebbe stato, se a vivere in quei giorni foste stati voi.

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MILANO E LE SUE PRESENZE

Qualcuno vi osserverà sempre. Dall’alto di statue immense, o dal basso dei vostri piedi. Sono anime che esistevano davvero, spiriti che continuano a vagare o semplicemente personalità ideali che i milanesi pensano bene di portare con sé e onorare, perché non si può mai sapere.

Ognuna di queste presenze, però, ha una storia. Ed è una certa magia andare a leggerne e capirne, pensando che magari domani sarete voi a voler dare le vostre idee e la vostra voce a qualcosa che al momento e là, ma ancora non è. Una presenza, appunto.

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MILANO E LA PESTE

Non che i tempi moderni siano troppo migliori, a quanto pare. Ma a Milano si visse una delle epidemie più terrificanti della storia: la peste del 1630 avvolse la città in una nube di panico e morbo, che verrà come tutti sanno (perché lo saprete anche voi, ne siamo certi) raccontata da Alessandro Manzoni nel suo capolavoro (del quale conoscete il titolo, VERO?).

Inutile dirlo, Milano ne rimbalzò brillantemente, costruendo poi i propri fasti sulla capacità di reagire e rigenerarsi continuamente. Fanno però specie alcuni racconti che si rincorrono su quella che doveva essere la realtà del tempo, quando le credenze popolari, la paura e spesso l’ignoranza portarono ad avvenimenti incredibili e inquietanti.

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MILANO D’ARTE E CULTURA

Scrittori, musicisti, poeti, artisti. E scultori, filosofi, premi Nobel, letterati. Poi pittori, architetti. Sono tutti transitati almeno una volta nella propria vita a Milano, che ha saputo accoglierli e coccolarli. Qui sono passate le menti più geniali che la storia, italiana e non, ha potuto partorire, nutrendosi della rete sociale che la città ha da sempre favorito e stimolato.

Non sorprendetevi di fronte cose che avrete già sentito, non stupitevi nell’ascoltare storie che non avreste mai immaginato. L’arte, tutta, è così: non si vede, passa attraverso noi stessi e lascia un sorriso di incertezza, come a chiedervi: “Ma davvero si può?”. Certo che si può.

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MILANO CHE NON DIMENTICA

Tra il 18 e il 22 marzo 1848 il popolo milanese si lanciò in cinque giorni di ardore, successivamente noti come le cinque giornate di Milano. Furono messe in fuga, seppur temporaneamente, le truppe austriache che dominavano la città, dando un segnale decisivo circa il carattere e la determinazione dei cittadini.

Si susseguirono anni di tensione e moti, rincorse di piani futuri mescolate con le divergenze di una politica che ancora poteva chiamarsi tale. Malcontento e sogni, reazioni e progetti andavano intrecciandosi. Nelle crepe di un’Italia logora dalla Grande Guerra, si insinuò viscido il fascismo, preludio della devastazione della Seconda Guerra Mondiale.

Milano fu la città più pesantemente bombardata del nord Italia, e tra le più coinvolte nell’orrore delle deportazioni. La metà degli edifici fu colpita da una pioggia d’odio e bombe: quasi 200.000 sfollati, più di duemila morti. Restano testimonianze visibili e visitabili, perché dimenticare sarebbe un ulteriore gravissimo crimine.

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MILANO DA NON PERDERE

Mentiremmo, se vi dicessimo che da subito siamo stati folgorati dalla bellezza di Milano, una volta trasferiti qui, ognuno per i propri diversi e simili motivi. Non ha di certo il fulgore di altre città italiane e del mondo, quel respirare armonia che riempie gli occhi di cartoline e i polmoni di parole. Milano ha però l’innegabile estetismo del nascosto, una sequela impensabile di angoli e dettagli e storie che ci passano sotto il naso e che noi, esotici, miopi e troppo spesso assuefatti dallo stereotipo del grigiore meneghino, lasciamo scorrere senza apprezzare.