MILANO TRA I CORTILI

Passeggiare per le strade di Milano può rivelarsi una straordinaria caccia al tesoro. Fondata dai Romani, del cui Impero d’Occidente fu capitale, divenne poi centro culturale ed economico di un certo rilievo nel periodo Rinascimentale. Con il passare dei secoli, le nuove costruzioni si sono sovrapposte alle antiche, come spesso succede nelle città ricche di storia, senza però per fortuna cancellarle del tutto. 

Gli ariosi vialoni, o le strette stradine: ogni arteria di Milano potrebbe riservarvi sorprese di incredibile bellezza, se solo saprete dove andare a cercare. I portoni più anonimi potrebbero essere scrigni di ricchezza impensabili, e chiedere il permesso a un custode potrebbe essere un lasciapassare per un viaggio nel passato. A ridosso di chiese e monasteri, all’interno di abitazioni nobiliari, o semplicemente al centro di condomini privati: i cortili e i chiostri di Milano raccontano di vite trascorse, che ancora oggi fanno sognare. 

L'ex chiostro degli Antoniani

Via Sant'Antonio, 5, Milano, MI, Italia

Ex convento, qui si raccoglievano i sofferenti per il fuoco di Sant’Antonio, lo stesso patrono della (meravigliosa) chiesa adiacente. Sorgevano un ospedale e un rifugio, gestiti dall’Ordine degli Antoniani, appunto, che si erano insediati in questi spazi addirittura a metà del 1200. Francesco Sforza ordinò però di demolire buona parte delle strutture, una volta fatta erigere la Ca’ Granda poco distante: rimane solo il campanile quadrato e appuntito, oltre al graziosissimo chiostro (rimodernato negli anni).

L’edificio è oggi sede di tutte le Associazioni Laiche della Chiesa, e ospita attività dell’Università degli Studi di Milano: dal 1929 fu casa dell’Arcivescovo di Milano, Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, amatissimo dal popolo cittadino, fervente oppositore delle barbarie fasciste. Celebri le sue omelie e la predica per il rispetto della morte di ognuno, tali da arrivare a proporsi per benedire le salme di Piazzale Loreto.

 

Il cortile interno di Casa Grifi

Via Valpetrosa, 5, Milano, MI, Italia

I Grifi furono una famiglia piuttosto potente sotto gli Sforza, in quanto esattori delle tasse (le cosiddette gabelle). Questo permise loro di aggiudicarsi un intero palazzo, che nel corso dei secoli è stato più volte rimaneggiato (fu addirittura albergo): lo si trova in una traversina della trafficatissima via Torino, a pochi minuti dal Duomo, che già solo svoltando qui sembra di entrare un silenzioso mondo parallelo.

Di Casa Grifi oggi rimane intatto il cortile, che risale al Quattrocento ed è di bellezza sopraffina, con un porticato su tre lati che ancora reca gli affreschi originali nelle volte. È accessibile chiedendo il permesso; entrate piano, godendovi le ringhiere e l’atmosfera che sembra riportarvi a secoli fa. E se non dovesse andarvi bene la prima volta, appena di fianco c’è un pub che apre già dalla colazione…

Il Chiostro delle Rane

Via Caradosso, 6, 20123 Milano MI, Italia

Data la presenza imponente di un capolavoro impossibile proprio di fronte, la Basilica di Santa Maria delle Grazie rimane molto spesso quasi offuscata, non considerata abbastanza. Ed è un gran peccato, perché entrare (gratuitamente) e vagare tra le sue cappelle adornate, ammirare le volte affrescate con simbologie intense, arrivare fin oltre l’altare principale, sono tutte esperienze con cui varrebbe la pena di arricchire una mezz’ora del vostro tempo.

A queste andrebbe aggiunta anche la porticina che si apre sul fondo della navata di sinistra, da cui filtra la luce del giorno nelle belle mattinate: è l’accesso al Chiostro delle Rane, che prende il nome dai quattro anfibi di bronzo che sputano l’acqua della fontana al centro del chiostro. Quadrato, piccolo, silenzioso: fiorito durante le stagioni apposite, rigoglioso in ogni caso, dà quasi la sensazione di un rifugio, come ad allontanarsi dalla calca che si può facilmente creare a ridosso del Cenacolo. Si può accedere anche dalla strada, all’indirizzo segnalato qui: dare una sbirciatina potrà solo farvi del bene.

Gli affreschi di Palazzo Ponti

Via Bigli, 11, Milano, MI, Italia

Le coordinate sono sufficienti a voler farsi un giro qui: a ridosso della sfavillante via Montenapoleone, dove i nasi sono all’insù, le griffe sono altisonanti, l’aria che si respira racconta di vette poco accessibili e coccole da concedersi una volta ogni chissà quando. La parallela è via Bigli, arteria di lunghezza simile, che nel suo mezzo custodisce un’autentica gemma.

Palazzo Bigli, costruito dall’omonima famiglia a cavallo tra XV e XVI secolo, cambiò nome in Palazzo Ponti nel 1862, quando Andrea Ponti, ricchissimo imprenditore della seta, acquistò la proprietà: era il trisavolo di quel Carlo Ponti che segnerà la storia della cinematografia italiana e sposerà la sublime Sophia Loren.

Entrambe le famiglie proprietarie hanno contribuito alla salvaguardia, per secoli, di uno dei luoghi più nascosti e pregevoli di Milano: il cortile porticato del palazzo è infatti un tripudio di cotto, danneggiato dai bombardamenti ma per fortuna recuperato, che ancora riporta gli affreschi dell’epoca.

È un susseguirsi di volti e storie, tra Muse ispiratrici e divinità dell’Olimpo, che raccontano di gesta leggendarie e di un passato lontanissimo; eppure entrando qui, sembrerà di tornarci immediatamente, mentre alle vostre spalle rumoreggia il glamour. E a voi non interesserà affatto, perché di fronte a questo capolavoro tutto il resto scompare.

Il cortile del Piccolo Teatro

Via Rovello, 2, Milano, MI, Italia

Nel 1947, in una Milano provata dalle fatiche della Seconda Guerra Mondiale, ma già ardente dal desiderio di riprendersi e tornare grande, inaugurò il Piccolo Teatro, a ridosso di via Dante. Fu un momento epocale per la storia della cultura della città: il Piccolo fu infatti pioniere di un’offerta che per prima coniugò intrattenimento e insegnamento, aprendo la platea praticamente a chiunque. Fu tra i primi istituti culturali a non volersi più dedicare soltanto agli abbienti e alle caste, ma si prodigò piuttosto perché scolaresche, associazioni e gruppi potessero accrescere i propri bagagli anche grazie al teatro, lanciando una nuova filosofia di spettacolo ancora oggi brillantemente difesa (la seconda sede, esattamente alle spalle, è dedicata all’indimenticato Giorgio Strehler).

Il Piccolo Teatro ha sede in Palazzo Carmagnola, edificio dalla storia curiosa: costruito a inizio Quattrocento per volere dei Visconti, fu ceduto al condottiero Francesco Carmagnola come gratitudine per i suoi servigi militari. Sul finire del secolo, però, con l’avvicendarsi degli Sforza a nuovi regnanti, Ludovico il Moro confiscò il palazzo agli eredi del Carmagnola, regalandolo alla sua amante: Cecilia Gallerani, dai più riconosciuta come la musa che ispirò Leonardo per la sua celeberrima Dama con Ermellino, oggi esposto al Museo di Cracovia. Nel 1515 divenne proprietà del demanio cittadino, con secoli di modifiche alla destinazione d’uso, fino appunto all’inaugurazione del Teatro.

La ristrutturazione apportata dal Teatro in occasione della sua apertura, ha permesso il recupero del bellissimo cortile d’ingresso quattrocentesco, fedele all’originale, con un colonnato perimetrale e addirittura alcuni spezzoni d’affresco riportati a nuova linfa. Un colpo d’occhio di un certo impatto, che dà accesso al caffè del Teatro, per rilassarsi nella quiete del porticato prima o dopo lo spettacolo.

I chiostri di San Simpliciano

Via dei Cavalieri del Santo Sepolcro, 3, Milano, MI, Italia

La Basilica di San Simpliciano, pare, fu una delle quattro chiese volute direttamente da Sant’Ambrogio, patrono di Milano. Fu terminata addirittura nel 401, e ospita la particolare e inquietante Cripta dei Martiri dell’Anaunia. Alle spalle della Basilica si trova oggi la Facoltà di Teologia dell’Italia Settentrionale, che si è installata dove un tempo c’era un monastero benedettino, e conserva due stupendi chiostri originali.

Il più piccolo, del Quattrocento, è sulla sinistra dell’ingresso. Nascosto e minuto, con le volte intatte (restaurate ovviamente) e i loro motivi floreali, da cui si intravede il campanile adiacente. Il più grande è invece dal lato opposto, appena entrati sulla destra, e risale al Cinquecento: florido, curato, con una fontana al centro che nelle ore di sole, quando si può accedere per qualche minuto di passeggiata, diventa l’unico suono nell’aria. Sono pochi passi di pura magia in un silenzio da sogno, che vi riconcilieranno con il mondo.

Il cortile di Palazzo Pozzobonelli Isimbardi

Via dei Piatti, 4, Milano, MI, Italia

Cinquanta metri più in là, e vi ritrovate nel via vai più che caotico di via Torino, a pochi minuti dal Duomo e ancor meno da una delle opere più intriganti della città. Ma oltrepassando il portone d’ingresso di questo palazzo all’apparenza senza carattere, vi sembrerà di tornare ai tempi delle dame e dei messeri (si può chiedere il permesso per accedere).

Il palazzo originale fu costruito alla fine del ‘400, su richiesta di un diretto dipendente di Ludovico Sforza. Passò quasi immediatamente tra le priorità della famiglia Pozzobonelli, che nel tempo andò imparentandosi con quella degli Isimbardi (da cui il nome dell’abitazione). A loro è dovuta la realizzazione del meraviglioso cortile interno, ad oggi l’unico tratto originale rimasto dal Rinascimento: fregi in cotto, un rosso accesso che contrasta con l’esterno moderno e asettico.

Il resto dell’edificio, che nella seconda metà del ‘700 divenne dimora dell’Arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli, fu distrutto quasi completamente dai bombardamenti del ’43. Miracolosamente intatte sono ancora le colonne, gli stemmi, i capitelli, le arcate, che alcuni esperti attribuiscono al Bramante (non certo l’ultimo arrivato). Quanto basta per un tuffo indietro di cinquecento anni.

Il cortile di Palazzo Archinto

Via Olmetto, 6, Milano, MI, Italia

C’erano affreschi straordinari e dipinti senza paragone. Poi i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale aggiunsero anche questo all’elenco degli scempi, distrussero tutto. Palazzo Archinto (eretto nel ‘400 e ricostruito tre secoli dopo), venne allora tirato su di nuovo tra anni Cinquanta e Sessanta: una tra le poche opere rimaste intatte, attribuita a GiambattistaTiepolo, è oggi raccolta al Castello Sforzesco.

Se da fuori appare come un portone qualsiasi, l’ingresso (difficile peraltro) rivela invece uno squisito cortile colonnato, che fa da anteprima a uno successivo, più verde e grazioso. Non vola un mosca: oggi appartiene all’Ordine dei Luoghi Pii Elemosinieri, che lo concedono come sede alla St. Louis School of English. Chiedere di dare uno sguardo, in fondo, non costa nulla.

Casa Ucelli di Nemi e il Chiostro delle Umiliate

Via Cappuccio, 7, Milano, MI, Italia

Signore mosche era il nomignolo che il popolo aveva dato all’ordine delle Umiliate di Santa Maria Maddalena al Cerchio, perché quando uscivano per una passeggiata erano solite muoversi tutte insieme, come uno sciame, appunto. Fino al 1801 erano insediate in un monastero, costruito verso la fine del XV secolo.

Quel simpatico di Napoleone lo smantellò nel 1810, e gli ambienti del monastero vennero adibiti a magazzini o abitazioni private. Quel che rimase fu acquistato nel 1915 da un ingegnere, Guido Ucelli di Nemi (ideatore e fondatore del Museo della Scienza e Tecnologia) che grazie alla dote della moglie Carla Tosi restaurò e integrò i resti (dal 1925 monumento nazionale) con la sua abitazione, ancora oggi conosciuta con il suo nome. Resti, sì, ma che resti.

L’intero chiostro del monastero è lì, intatto, con il porticato a doppia loggia, il soffitto in legno, il pozzo cinquecentesco (aggiunto negli anni Venti dopo restauro). Forse uno degli angoli più silenziosi e paradisiaci di Milano, nascosto in una viuzza quieta che costeggia le vestigia romane e il retro del Museo Archeologico. L’accesso è gratuito e possibile se si chiede per favore, oppure in occasione di giornate speciali come Cortili Aperti. Una magia.

Nota: Carla Tosi e Guido Ucelli di Nemi sono stati insigniti del titolo di “Giusti tra le Nazioni”, per il loro contributo alla salvezza di famiglie ebree durante le persecuzioni della Seconda Guerra Mondiale.

Il cortile di Palazzo Dal Verme

Via Giacomo Puccini, 3, Milano, MI, Italia

La famiglia Dal Verme origina addirittura verso la fine del 1100. L’ultimo esponente di (estremo rilievo) è stato Luchino, morto a 103 anni nel 2017, dopo aver combattuto come partigiano ed essersi distinto per valore. Un tratto genetico, evidentemente, dato che la maggioranza degli uomini della dinastia fu composta da condottieri, capitani di ventura, generali. Luigi Dal Verme, nelle prime decadi del 1400, fece costruire a Milano un intero palazzo, dopo essere stato omaggiato del terreno edificabile dai duchi Visconti.

La stirpe Dal Verme abitò qui fino all’Ottocento, quando Francesco contribuì una volta di più alla solidità culturale della famiglia e della città intera: acquistò infatti l’area prospiciente al Palazzo, che era occupata da un fastidioso (per lui) carrozzone di spettacoli itinerante, e nel 1872 fece inaugurare il Teatro Dal Verme, che fino agli anni ’30 funse da arena, cinema, luogo di incontri.

Palazzo e Teatro vennero bombardati completamente nel 1943: la nuova versione del teatro venne inaugurata nel 2001 (già nel 1946 era tornato in piedi) ed è oggi proprietà del Comune, affidato alla Fondazione Pomeriggi Musicali. A noi interessa ancora di più il cortile del Palazzo, l’unico tratto rinascimentale rimasto integro: il quadrato perfetto con pavimento ciottolato al centro, le volte affrescato con temi floreali e onirici, gli archi geometrici e ipnotici. Si può accedere chiedendo il permesso: quanto basta per vivere qualche minuto da signori del Quattrocento.

Il cortile di Casa Venegoni

Via Cosimo del Fante, 16, Milano, MI, Italia

Costruita tra il 1923 e il 1927, Casa Venegoni potrebbe inserirsi serenamente nel giretto Liberty di Milano, considerato il suo aspetto neoclassico e la torre con tanto di loggia, che dall’esterno la fa sembrare un castello dai caratteri più oblunghi. Di per sé meravigliosa già solo in facciata, è però all’interno, accessibile chiedendo il permesso al custode, che nasconde un tuffo nel passato.

Casa Venegoni fu infatti eretta sul suolo che un tempo ospitava un convento, fondato nel 1234, la cui struttura originale pare risalire addirittura fino al 1100 circa: durante l’assedio di Federico Barbarossa, pare che qui vennero a nascondersi le dame della città (a loro fu poi dedicato il convento), nello specifico il gruppo delle vergini, separato da quello delle maritate e quello delle vedove. Il cortile del palazzo oggi ospita un pozzo integro nientemeno che del ‘300, e una splendida ricostruzione del porticato che fu, insieme a due scaloni intarsiati con fantasie alle pareti, e lavorazioni a muro su tutto l’ingresso. Un sogno.

Il Cortile degli Scultori

Via Mac Mahon, 14, Milano, MI, Italia

Viale Mac Mahon è uno stradone piuttosto denso di traffico e suoni. A camminarci non si potrebbe mai dire, ma un suo civico nasconde uno specchio d’arte e di storia, rinfrescato da bellissime piante e mura di mattoni.

Un autentico e minuscolo borgo, a forma di mezzaluna, costellato di quelle che un tempo erano botteghe, nascosto oltre un portone all’apparenza anonimo. È il Cortile degli Scultori: qui vivevano e lavoravano, appunto, gli scalpellini che impreziosirono il Cimitero Monumentale. 

Nel Cinquecento fu cascina di una villa patrizia. Oggi il cortile segue il passo dei tempi: martelli e punteruoli hanno lasciato spazio a laptop e connessioni super veloci, i negozietti si sono trasformati in uffici di grafica e pubblicità. Resiste un solo scultore: Mauro Baldessari, artista e docente con un passato straordinario in Burundi, dove negli anni Sessanta ha aperto una scuola artistica ancora attiva. Vi basta bussare, per saperne di più.

 

La corte dei Furmagiàtt

Corso San Gottardo, 18, Milano, MI, Italia

Nel 1819 fu completata la costruzione del Naviglio Pavese, oggi anche conosciuto come Naviglio Piccolo, che per l’appunto da Pavia giungeva fino a Milano. Fu un momento di importante svolta per la città, cui veniva permesso un florido passaggio commerciale dei prodotti della bassa milanese.

Al 18 di Corso San Gottardo, oggi si può ancora vedere una delle vecchie corti allungate e con doppio ingresso, le casère: le chiatte che arrivavano all’accesso sul lato del Naviglio depositavano i formaggi destinati alla stagionatura. Ciascun nuovo arrivo spingeva i formaggi vecchi più avanti: in tre mesi, la stagionatura era completa, e i formaggi pronti arrivavano all’accesso in San Gottardo, dove era presente un vero e proprio negozio.

Era, e lo è ancora, conosciuta come Corte de’ Furmagiàtt, per ovvi motivi. E ancora oggi conserva il famigerato contesto Vecchia Milano che tanto piace agli agenti immobiliari: una balconata con ringhiera che corre tutto intorno al piano, dove due secoli fa si trovava l’unico bagno dell’intero condominio. Era bello e socievole come ambiente eh, però insomma…

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MILANO IN GIARDINO

Sarà di certo più ridotta nelle dimensioni, rispetto alle altre metropoli europee cui viene spesso paragonata, eppure Milano non manca davvero di nulla. Per ogni momento della giornata, sia essa stressante o serena, piena o pigra, attesa o maledetta, ci sarà un luogo della città adatto a essere visitato.

Alcuni di questi vanno bene sempre. Tra palazzi storici e angoli di bellezza nascosta, si scorgono infatti dei giardini che sembrano bolle di tranquillità dove potersi rifugiare se tutt’intorno è troppo veloce, ritagliare uno spazio se invece si ricerca solo silenzio. E molti di questi scorci di quiete portano con sé storie inaspettate.

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MILANO AL MUSEO

Per gioco, per amore o per interesse personale, ciascuno di noi ha probabilmente provato, almeno una volta nella vita, a coltivare una collezione. La sensazione di portare avanti e custodire una raccolta, che sia monotematica o varia, alimentandola per consegnarla forse ai posteri. E magari sarà durata molto meno di quanto ci saremmo aspettati o avremmo desiderato.

Milano racchiude invece una serie di musei, fondazioni, collezioni private di totale unicità: dalle raccolte di famiglie nobili, agli studi di designer e architetti che hanno tramandato le loro idee e i loro progetti, fino alle pietre miliari della cultura della città o a veri e propri luoghi di riflessione e contemplazione, artistica o introspettiva. Che si tratti di quadri, oggetti o anche solo memorabilia, l’intera città è disseminata di occasioni per conoscere più a fondo animi preziosi. Basta solo trovare la porta giusta.

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MILANO E I SUOI PALAZZI

Lo sfarzo di sale affrescate, l’emozione di cortili e portici ad archi, le storie intrise di leggenda che hanno visto famiglie potenti intrecciarsi con sovrani e popolani. Milano fu centro di estrema importanza nel commercio e nella società fin dal MedioEvo, e regnanti e ricchi non persero tempo a costruirsi palazzi che ne dimostrassero l’importanza.

Scoprite allora un itinerario che vi porterà in giro per gli edifici storici, che in passato furono abitati da stirpi di valorosi, spesso poi caduti in rovina; altri ancora sono ancora di proprietà degli eredi, che con più cognomi e più interessi oggi dedicano i propri spazi privati alla valorizzazione della bellezza e del lavoro degli artisti moderni.

Perdetevi nelle immense sale da ballo, arrampicatevi sugli scaloni d’onore, percorrete i corridoi tappezzati per rivivere le atmosfere di tempi che furono, quando la brama di potere e il desiderio di cultura si fondevano in una sola, affascinante e pericolosa energia. E magari potrete chiedervi come sarebbe stato, se a vivere in quei giorni foste stati voi.

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MILANO DEI MIRACOLI

Lacrime, apparizioni, guarigioni: l’appiglio per chi crede e non ha null’altro, il dubbio per chi vuole capire di più, quando da capire c’è forse nulla. Miracoli a Milano si sono visti sin dai tempi della sua fondazione, e nel corso dei secoli le storie si sono moltiplicate.

I protagonisti sono stati dei più disparati: operai zoppi, poveri buoi, parroci con il mal di gola. A volte è un atto di speranza, altre la speranza di un atto. E anche per chi proprio non concepisce la possibilità di avvenimenti superiori, magari è una buona idea far visita in questi luoghi. Non si sa mai che si possa cambiare opinione.

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MILANO E LEONARDO

L’Uomo Universale, il genio che dipinse, scolpì, costruì, progettò, sconvolse e vide oltre. Leonardo da Vinci a Milano sostò eccome (1482-1499), in una finestra di vita che gli bastò per realizzare giusto una manciata di opere destinate a segnare la cultura dell’umanità. Ci era arrivato in realtà come messo, inviato da Lorenzo il Magnifico, signore di Firenze, per omaggiare Ludovico il Moro con il suono di una lira progettata da Leonardo stesso (perché sì, era anche un più che discreto musicista). Rimase in quella che allora era una delle più popolose città d’Europa per dodici anni: l’assurdo capolavoro del Cenacolo rimane senza dubbio la traccia più celebre del suo passaggio qui, ma da Vinci ha disseminato per Milano svariati tasselli che contribuiscono a comporre il rompicapo della sua vita.

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MILANO FUORI LUOGO

Ogni volta che vi verrà da pensare, come troppo spesso molti fanno, a quanto Milano sia diventata ormai solo business e schiscetta, date un occhio qui. Perché in mezzo ai grattacieli di Gae Aulenti e il delirio dello struscio in Galleria, negli spazi che il logorìo della vita moderna ha lasciato intatti, potreste trovare degli scampoli di paradiso che vi riporteranno a mille chilometri più lontano, oppure angoli, palazzi e strade che niente hanno a che fare con la città.