Reverend

easy, vintageVia Zuretti, 9, Milano, MI, Italia

Figo ma non fighetto. Quando abbastanza esausti sarete di ritorno da un viaggio in treno, scesi in Stazione Centrale che è poco distante, passate di qui. In questo spicchietto di vita quotidiana, tre ragazzi dall’aspetto hip e i soprannomi hop hanno lanciato il loro inno contro lo stress, fatto (letteralmente) di piatti e bicchieri. Reverend è bar e negozio di vinili, da godere battendo il piedino mentre al giradischi passa un po’ di tutto.

Il reverendo Cleophus, che James Brown ha immortalato nel leggendario The Blues Brothers, è la spina di ispirazione, nelle etichette, nelle miscele e nel colore porpora delle pareti. Anche se già in tempi non sospetti, uno dei tre fondatori si faceva chiamare così, e il motivo è lì che aspetta di esservi raccontato. Superba commistione di classici ben fatti, signature non complessi, birrette di gran qualità e cucina confortevole: tutto quello che vorrete dopo troppe ore seduti in vagone.

Piccolo, con il cassone dei dischi in vendita sullo sfondo (e in programma c’è anche un’espansione); che parla col tono giusto, senza urlare o strafare. Reverend è il bar di quartiere rivisitato in chiave funk (perlopiù): almeno, quando abbiamo chiesto George Benson, hanno sparato il suo pezzo per eccellenza, e va bene così.

Bar simili a questo

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Fred Records

€€
easy, vintageVia Francesco Ingegnoli, 2, Milano, MI, Italia
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Clèr

culturale, easyVia Bressanone, 8, Milano, MI, Italia
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Bar Basso

€€
culturale, easy, vintageBar Basso, Via Plinio, Milan, Metropolitan City of Milan, Italy
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Agua Sancta

easyCorso Garibaldi, 110, Milan, Metropolitan City of Milan, Italy
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Lacerba

easy, vintageVia Orti, 4, Milan, Metropolitan City of Milan, Italy
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Barba

€€
easyVia S. Gregorio, 40, Milan, Metropolitan City of Milan, Italy
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Cape Town

easy, vintageVia Vigevano, 3, Milano, MI, Italia

Itinerari nelle vicinanze

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MILANO AL MUSEO

Per gioco, per amore o per interesse personale, ciascuno di noi ha probabilmente provato, almeno una volta nella vita, a coltivare una collezione. La sensazione di portare avanti e custodire una raccolta, che sia monotematica o varia, alimentandola per consegnarla forse ai posteri. E magari sarà durata molto meno di quanto ci saremmo aspettati o avremmo desiderato.

Milano racchiude invece una serie di musei, fondazioni, collezioni private di totale unicità: dalle raccolte di famiglie nobili, agli studi di designer e architetti che hanno tramandato le loro idee e i loro progetti, fino alle pietre miliari della cultura della città o a veri e propri luoghi di riflessione e contemplazione, artistica o introspettiva. Che si tratti di quadri, oggetti o anche solo memorabilia, l’intera città è disseminata di occasioni per conoscere più a fondo animi preziosi. Basta solo trovare la porta giusta.

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MILANO TRA I CORTILI

Passeggiare per le strade di Milano può rivelarsi una straordinaria caccia al tesoro. Fondata dai Romani, del cui Impero d’Occidente fu capitale, divenne poi centro culturale ed economico di un certo rilievo nel periodo Rinascimentale. Con il passare dei secoli, le nuove costruzioni si sono sovrapposte alle antiche, come spesso succede nelle città ricche di storia, senza però per fortuna cancellarle del tutto. 

Gli ariosi vialoni, o le strette stradine: ogni arteria di Milano potrebbe riservarvi sorprese di incredibile bellezza, se solo saprete dove andare a cercare. I portoni più anonimi potrebbero essere scrigni di ricchezza impensabili, e chiedere il permesso a un custode potrebbe essere un lasciapassare per un viaggio nel passato. A ridosso di chiese e monasteri, all’interno di abitazioni nobiliari, o semplicemente al centro di condomini privati: i cortili e i chiostri di Milano raccontano di vite trascorse, che ancora oggi fanno sognare. 

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MILANO LIBERTY

Voi magari non ci crederete, ma anche l’inferriata di un balcone può accarezzare e avvolgere lo spirito. Sinuosa, quasi sensuale, una curvacea domanda troppo affascinante forse per poterle rispondere. Lo stile Liberty, l’Art Noveau italiana, vive a Milano dinamico, sulle flessuose rientranze di piante d’acciaio, fiori in ferro battuto e palazzi di cotto opulento. 

Tra fine ‘800 e inizio ‘900 Milano assiste a una reale esplosione della nuova corrente artistica, nelle discipline più varie: pittura, scultura, scrittura. Due però sono le dimensioni in cui il Liberty si estrinseca meglio per i vialoni della vecchia Mediolanum: architettura, e contro ogni pronostico, lavorazione del ferro battuto. E ancora oggi facciate e cancelli meritano una passeggiata, mentre se ne stanno là con una sana punta di altezzosità e strepitoso snobismo.

Il nostro itinerario Liberty raccoglie i palazzi e le case più rappresentative. È tutto serenamente visitabile, ma vi consigliamo di perdere qualche quarto d’ora in più semplicemente ad ammirare e passeggiare con calma davanti a ogni facciata. La missione del Liberty era in fondo questa, liberarsi dalle insoddisfazioni di una realtà industriale, per rifugiarsi nella bellezza leggera e in qualche modo profonda. Insomma, state sereni che ogni tanto va bene anche solo guardare e non fare nulla.

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MILANO E LE SUE PRESENZE

Qualcuno vi osserverà sempre. Dall’alto di statue immense, o dal basso dei vostri piedi. Sono anime che esistevano davvero, spiriti che continuano a vagare o semplicemente personalità ideali che i milanesi pensano bene di portare con sé e onorare, perché non si può mai sapere.

Ognuna di queste presenze, però, ha una storia. Ed è una certa magia andare a leggerne e capirne, pensando che magari domani sarete voi a voler dare le vostre idee e la vostra voce a qualcosa che al momento e là, ma ancora non è. Una presenza, appunto.

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MILANO E LA PESTE

Non che i tempi moderni siano troppo migliori, a quanto pare. Ma a Milano si visse una delle epidemie più terrificanti della storia: la peste del 1630 avvolse la città in una nube di panico e morbo, che verrà come tutti sanno (perché lo saprete anche voi, ne siamo certi) raccontata da Alessandro Manzoni nel suo capolavoro (del quale conoscete il titolo, VERO?).

Inutile dirlo, Milano ne rimbalzò brillantemente, costruendo poi i propri fasti sulla capacità di reagire e rigenerarsi continuamente. Fanno però specie alcuni racconti che si rincorrono su quella che doveva essere la realtà del tempo, quando le credenze popolari, la paura e spesso l’ignoranza portarono ad avvenimenti incredibili e inquietanti.

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MILANO CHE NON DIMENTICA

Tra il 18 e il 22 marzo 1848 il popolo milanese si lanciò in cinque giorni di ardore, successivamente noti come le cinque giornate di Milano. Furono messe in fuga, seppur temporaneamente, le truppe austriache che dominavano la città, dando un segnale decisivo circa il carattere e la determinazione dei cittadini.

Si susseguirono anni di tensione e moti, rincorse di piani futuri mescolate con le divergenze di una politica che ancora poteva chiamarsi tale. Malcontento e sogni, reazioni e progetti andavano intrecciandosi. Nelle crepe di un’Italia logora dalla Grande Guerra, si insinuò viscido il fascismo, preludio della devastazione della Seconda Guerra Mondiale.

Milano fu la città più pesantemente bombardata del nord Italia, e tra le più coinvolte nell’orrore delle deportazioni. La metà degli edifici fu colpita da una pioggia d’odio e bombe: quasi 200.000 sfollati, più di duemila morti. Restano testimonianze visibili e visitabili, perché dimenticare sarebbe un ulteriore gravissimo crimine.

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MILANO DA NON PERDERE

Mentiremmo, se vi dicessimo che da subito siamo stati folgorati dalla bellezza di Milano, una volta trasferiti qui, ognuno per i propri diversi e simili motivi. Non ha di certo il fulgore di altre città italiane e del mondo, quel respirare armonia che riempie gli occhi di cartoline e i polmoni di parole. Milano ha però l’innegabile estetismo del nascosto, una sequela impensabile di angoli e dettagli e storie che ci passano sotto il naso e che noi, esotici, miopi e troppo spesso assuefatti dallo stereotipo del grigiore meneghino, lasciamo scorrere senza apprezzare.